L`Italia centrale e la creazione di una «koine» culturale?: I percorsi della «romanizzazione», Michel Aberson, Maria Cristina Biella, Massimiliano Di Fazio, Pierre Sanchez, Manuela Wullschleger

Esito del 2° convegno della serie «E pluribus unum? L’Italia dalla frammentazione preromana all’unit? augustea», tenutosi a Roma nel 2014, il libro tratta la «romanizzazione» dell’Italia preromana, affrontando le dinamiche socio-politiche e linguistico-epigrafiche, le strutture economiche e del territorio, l’integrazione religiosa e le produzioni artistiche e artigianali. Alla base del progetto c’era l’idea di portare storici, archeologi, linguisti e specialisti di letteratura latina a collaborare per costruire insieme su questi argomenti un quadro dalle tinte a volte significativamente contrastanti.

Il dibattito sulla «romanizzazione» ? stato uno dei pi? intensi nel panorama scientifico degli ultimi decenni. Del concetto sono stati declinati tutti i possibili punti di vista, tutte le criticit?, le debolezze. Nel presente volume, il focus ? stato dettato da un voluto understatement. Si ? scelto di accettare l’uso dell’etichetta «romanizzazione», che infatti gi? dal titolo ? stata posta tra virgolette, lasciando che i vari intervenuti fossero liberi di ridefinirla a loro piacimento. L’idea ? stata poi quella di articolare il tema in una serie di tavole rotonde, ciascuna incentrata su tematiche specifiche, caratterizzanti del fenomeno «romanizzatorio»: le dinamiche di integrazione e opposizione alla conquista dai punti di vista politico e istituzionale, le influenze reciproche a cui le diverse lingue e culture epigrafiche sono state soggette, le strutture economiche e del territorio, l’integrazione religiosa e le produzioni artistiche e artigianali sono stati gli argomenti portanti del colloquio. Attorno a queste tavole rotonde, ciascuna coordinata da un discussant, si ? cercato ancora una volta di radunare studiosi di formazione e classi di et? diverse, alcuni pi? interessati alle realt? preromane e altri i cui interessi sono invece rivolti al mondo romano, nel tentativo di creare in questo modo ancora una volta il confronto dialogico tra diversi punti di vista.